giovedì 4 aprile 2013

Cresta del galluccio - cresta Est Cima di Pretare


Quante volte ho immaginato,  percorrendo la statale 77  tornando verso casa, di salire quella magnifica cresta che ad Est precipita  per più di 1000 mt Dal Vettore .
Dopo il corso di alpinismo dello scorso anno , un pò di esperienze e  varie salite mi son detto che questo era l'anno giusto , rimaneva solo di attendere il momento migliore.
Non sono una persona istintiva e mi avvicino sempre ad un' uscita con un approccio molto metodico cercando di valutare il più possibile le molte  variabili  : la quota dei nostri appennini rende infatti doverosa l'attesa delle condizioni del manto nevoso , bisogna considerare il pericolo delle valanghe e il vento  tenendo presente il meteo in atto e quello dei giorni precedenti , valutare  l'esposizione  del versante per calcolare bene l'orario di partenza, tener conto dello sviluppo della via , mettere sempre in programma una via di uscita per poter tornare sui propri passi senza forzare la salita se qualcosa ci rende insicuri sul suo esito.
Insomma le variabili non sono poche ma il bello dell'alpinismo sta proprio in questo,  non solo nella salita vera e propria , quello è solo il culmine di un lavoro di programmazione  che dura giorni , settimane e a volte mesi . Un periodo di ispezioni  e a volte di tentativi , di ricerca di informazioni e di foto , un periodo in cui quasi arrivi ad immaginare ogni singolo passo della scalata ....


E poi finalmente arriva il momento tanto atteso , nevicate nei  primi giorni della settimana e poi un abbassamento delle temperature con zero termico intorno ai 600-700 mt con cielo sereno durante il giorno ,per la Domenica sembra che il meteo ci conceda un finestra temporale fino al pomeriggio, la decisione è presa si parte!

Un paio di telefonate per trovare qualcuno disposto a seguirti,  il "rito" di preparare lo zaino,  misto di paura ed attesa prima di dormire , l'alzataccia alle 3 della notte.
Insieme a Paolo ed Alessio ci troviamo  a Forca di  Presta quando ancora il buoi della notte la fà da padrone,  qui lasciamo un 'auto per il ritorno, con un'altra scendiamo al Passo del Galluccio . Alle 5.30 siamo pronti per la partenza,  puntiamo diritti ad un evidente sperone alla base dello spigolo .
La splendida parete Sud è illuminata dai primi caldi colori dell'alba, seguiamo le tracce di un lupo , siamo soli immersi nel silenzio della montagna , ci fermiamo a scattare molte foto ... questo per me è uno dei momenti più belli, quando si è prossimi all'attacco , quando  la voglia di scalare la montagna dinnanzi oramai ha del tutto sostituito la paura e il timore delle ore precedenti e  non resta che godere della immensa grandezza che ti circonda e ringraziare il proprio corpo che ti permette di vivere esperienze del genere .


In un ora siamo sotto lo sperone, purtroppo la neve non è trasformata come pensavamo , ma siamo ancora bassi e speriamo che sopra le condizioni migliorino un pò . Alle 7 incominciamo a  superare la parte bassa della via con  tratti di misto e canali,  le pendenze sono intorno ai 45°,  il sole ci riscalda , e saliamo veloci . Superato l'intaglio della fascia rocciosa ci si spalanca davanti tutta la parete,  in un ambiente incredibile. Rimaniamo senza parole , ma ognuno di noi ,ne sono sicuro , avrà pensato che in quel momento non  avrebbe voluto trovarsi in nessun altro posto al mondo !
La relazione è chiara, a questo punto dobbiamo intercettare il marcato canale a 50° che da sinistra verso destra ci consentirà di superare una seconda fascia rocciosa. Poi dovremo attraversare in obliquo verso destra e raggiungere la cresta. Proprio sul traverso abbiamo diversi problemi a causa della pessima condizione della neve,  provo prima io,  poi Alessio,  ma la neve fresca scopre viscide rocce lisce , i ramponi non riescono a fare presa , le picozze si possono piantare solo su fragili rocce o al più sul falasco e non c'è modo di piazzare un chiodo decente ,cambiamo programma ... salendo avevamo inrtavisto  un canale che puntava diretto alla Cima di Pretare , l'uscita sembra piuttosto ripida ma decidiamo di provare.


Le pendenze aumentano , siamo intorno ai 60° , e affondiamo fino al ginocchio. Gli ultimi 150 mt sono davvero duri e i polpacci incominciano a lamentarsi. Dopo una breve sosta su una stretta cengia al di sotto di uno sperone non ci rimane che affrontare l'ultimo tratto, il più difficile. Un muro di roccia rotta e poi la ripida  ed esposta uscita in cresta attraverso la precaria cornice di neve fresca.


Le difficoltà tecniche non sono eccessive , il salto di misto è breve e sarà un II-III grado , ma l'esposizione è massima. Siamo fermi in pochi cm di spazio , sotto di noi la parete precipita per più di 700 mt in un ripido canalone , e la neve fresca non consente appoggi e appigli sicuri alle picche e ai ramponi. Proviamo a piantare qualche chiodo , ma la roccia si sbriciola sotto i colpi del martello . Neanche i fittoni o corpi morti danno sicurezza. Ci guardiamo per un attimo , le condizioni meteo stanno rapidamente volgendo al peggio e si sta alzando un fastidioso vento che potrebbe causarci non pochi problemi in cresta. Sono attimi di tensione , ma  cerchiamo di restare calmi , se in questi momento ti fai prendere dalla paura che ti blocca i muscoli e la testa sei fregato... E' Alessio a risolvere la situazione per primo, con forza e sicurezza supera prima il salto di misto e poi si fa spazio  tra la neve alta riuscendo a superare la cornice terminale. Intanto le condizioni peggiorano e il vento aumenta, con Paolo senza aspettare che il nostro compagno allestica una sosta e ci cali una corda dall'alto decidiamo di partire. Poco dopo saremo anche noi in vetta alla Cima di Pretare., giusto in tempo per scattare una foto...


Durante la salita al Vettore la nebbia ci avvolge con fredde raffiche di vento e neve, nonostante abbiamo fatto questo tratto non so quante volte riusciamo a scendere allo Zilioli grazie al navigatore Gps. Nel piccolo rifugio mangiamo qualcosa , ci scambiamo le impressioni sulla salita , siamo felici come bambini. Intanto la nebbia si è diradata , torniamo alla macchina dopo aver vissuto una giornata piena della nostra passione per la montagna.Niente di tecnicamente difficile ma in un ambiente selvaggio,sotto la est a parte noi e un 'aquila non c’era nessuno, una salita  anche un pò di ricerca se mi passate il termine, oserei dire di alpinismo classico.
Un grazie ai chi mi a seguito in questa avventura: Alessio e Paolo .
Alla prossima!!!

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