martedì 9 ottobre 2012

Via "Duri e Osti" - Gelagna Alta - Monte Igno - Parete Sud 30-09-2012

Arrampico da un po’, non tantissimo, ma oramai diciamo che l’arrampicata è uno sport che pratico costantemente da anni, due o tre sicuro!
Attacco della via 
Da molto meno invece, io e Matteo, abbiamo iniziato l’arrampicata in montagna, “in ambiente” come diciamo tra noi. Per quest’attività occorre aver un po’ più convinzione, occorre conoscere bene le proprie capacità e i propri limiti e soprattutto occorre non pensare ad arrampicare, perché in ambiente la concentrazione deve essere rivolta non tanto al movimento necessario per la progressione  ma soprattutto a ciò che ci circonda; occorre trovare la strada, la direzione giusta, capire quali appigli sono buoni e quali si potrebbero spezzare tra le nostre mani, occorre capire dove sono piazzate le soste o ancora peggio si devono allestire da capo, ex novo, quando non ci sono e vuoi recuperare il tuo compagno. Insomma arrampicare deve diventare il problema minore.
Per questo, per imparare a valutare tutto il resto e non pensare ad arrampicare,  per riuscir bene,  per migliorare ci si deve allenare.
Sono decisa ad andar da prima anche in montagna su vie d’ambiente, devo quindi allenarmi a questo………e la via “Duri e Osti” ci è sembrata un buon esercizio.
Si sviluppa su  4 tiri, tutti ben spittati e protetti,  ma non come le falesia. Le protezioni sono un po’ più distanti e occorre aver più sicurezza per proseguire. Questa via con gli spit  e le catene ben visibili mi toglie il pensiero di trovare la direzione e allestire le soste, devo solo arrampicare da primo su difficoltà di un certo grado.
Con Matteo si è deciso che per allenarci ad andare da primo si alza un po’ il livello di difficoltà su queste vie a più tiri.
Dopo un attimo di esitazione per trovare la partenza, c’è sempre da star bene attenti a non sbagliare l’attacco, parto per il primo tiro, che è in comune con la via “Fessura dei Vesuviani”.
Ho fatto la Fessura qualche mese fa, ma da secondo, e ricordo che l’attacco, propri nei primi  movimenti è un po’ antipatico ed è proprio questo tratto che dà il grado di difficoltà a tutto il tiro, V +   che in effetti mediamente è un po’ meno difficile.
Dopo il primo passaggio, su placca lisca, difficoltoso anche perché i muscoli sono ancora freddi, in cui conviene spostarsi un po’ verso sinistra, anche se le prese grandi sono a destra ma non possono essere utilizzate per salire, arrampico seguendo una linea verticale abbastanza sicura di me e senza troppe difficoltà arrivo alla prima sosta, una catena fissata su due alberelli che nascono proprio li in mezzo. Mentre Matteo si prepara a raggiungermi mi invento un modo per rafforzare la sosta, aggiungo fettucce e cordini, ma senza troppi risultati, anche per questo occorre esercitarsi.
Fortuna che c’è la catena a reggerci.
 

Prima di arrivare all’attacco del secondo tiro occorre percorrere un breve sentiero in mezzo ad un boschetto fino quasi ad arrivare alla parete di roccia superiore. A questo punto si sale verso destra su facili roccette e ci si imbatte in un anello per proteggersi e avanzare ancora verso destra, su un terrazzino non molto comodo, per arrivare al filo dello spigolo dove parte il secondo tiro.
2° tiro
Il secondo tiro è un V + con passaggi di VI, non tanto per la difficoltà nell’arrampicare, ma soprattutto perché dopo una partenza tranquilla, c’è da spostarsi a sinistra  e attraversare una fessura con roccia rotta e proprio con questo spostamento ci si ritrova sospesi nel vuoto perché si guadagna lo spigolo della parete. Poi ci si alza su una zona dove le prese sono buone per le mani ma non sempre per i piedi, occorre quindi andar in aderenza e restare tranquilli di testa, sperando di trovare durante la salita un altro buon appiglio per le mani, restando sempre sospesi nel vuoto.
Nella zona finale dello spigolo si trova la catena con due spit e si allestice una sosta molto aerea ed esposta..

Da qui parte il terzo tiro, che presenta, come maggiore difficoltà, solo un passaggio di 6a.  In falesia il 6a è alla mia portata quindi decido di andare io da primo, ma in montagna o anche in vie a più tiri, quando la terra ferma è lontana dai tuoi piedi, le sicurezze che hai sono minate da mille perplessità. Il passaggio di pochi metri subito dopo la partenza è un po’ strapiombante e il secondo spit su cui proteggermi è 10 cm più alto del mio braccio allungato.
Passaggio di 6 a
O io sono troppo corta o devo allungarmi di più!
Ma in mezzo al nulla, con più di 50 metri sotto di noi, non è facile fidarsi dei propri movimenti e dei pochi appigli che si hanno e avanzare. Tento un po’ di volte, mi ricalo, riprovo, ma la testa mi dice che per arrivare allo spit  devo azzardare troppo e potrei volare.
Ed il volo in montagna mette paura!
Lascio quindi il compito di passare quel tratto a Matteo, che è un po’ più capace di me, anche se il mio orgoglio dice …” solo più alto” .

Dopo lo strapiombo le difficoltà diminuiscono e si continua la salita senza troppi problemi fino ad una sosta sospesa, sempre sul filo dello spigolo.
Sosta del 3° tiro
L’ultimo tiro, spetta a me, ma oramai la via può dirsi conclusa, infatti c’è solo da proseguire un po’ verso destra, star attenti alle rocce non sempre compatte e raggiungere la successiva sosta, ben visibile su catena.
Il 4° tiro visto dall'alto.
Finita la via ci si può calare in doppia  utilizzando le catene alle soste o proseguire ancora tra roccette e arrivare in cima alla vetta, dove terminano anche le atre vie della zona, per poi ridiscendere per il sentiero.
Resto un po’ amareggiata per quel passaggio di 6° che non ho superato, e questo mi dà la certezza che ancora devo migliorare, ma nel complesso sono soddisfatta di come abbiamo affrontato le difficoltà che la via presentava: insieme con Matteo siamo in grado di darci il cambio, di arrampicare in tranquillità, di capirci e sostenerci.
Questa è la strada giusta per raggiungere i nostri obiettivi, ogni volta più ambiziosi, anche se in montagna non si è in falesia. Non ci sono altre persone a guardarti e tutto ciò che raggiungi, lo vedi solo tu………….e il tuo compagno di corda. Forse è per questo che la montagna mi piace di più della falesia: è una sfida solo contro te stesso, per migliorarsi, ed è anche un continuo affidarsi al tuo compagno di cordata.
 
  










Matteo Pallotto - Beatrice Tasso 
30-09-2012  Via Duri e Osti - Gelagna Alta - Monte Igno - Parete Sud.

giovedì 30 agosto 2012

Sentiero del Centenario 26/08/12


1400 mt in salita e 1600 in discesa, 18 km di puro spettacolo!

martedì 31 luglio 2012

La Quinta Piccola, Via Moretti-Mainini-Perucci Croce del Monte Bove 29-07-2012

Una notte inquieta……..la nostra prima salita da soli, a tiri alterni, in ambiente, una salita alpinistica.
Alle due di notte già ci sto pensando!!! Saremo in grado????
Ma si dai, le difficoltà non sono alte, basterà non perdere la testa e restare calmi, arrampicare come sappiamo fare e divertirci!!!!
All’alba, come spesso accade, ci svegliamo per preparaci e partire. Appuntamento alle 6 a Belforte, davanti casa di  Matteo, per poter iniziare l’avvicinamento alle 7 circa.
Per  quell’ora infatti siamo all’Hotel Felycita pronti per la nostra avventura.

Il clima in macchina è sereno, come obiettivo ci siamo dati di salire il primo tiro e capire se siamo pronti o se dobbiamo abbandonare la via e ritornare più preparati, quindi già abbiamo fatto i conti con la possibilità di abbandonare e ritirarci. Non sarebbe comunque una sconfitta, arrampichiamo da un paio d’anni e in ambiente questa è la nostra primissima esperienza da soli, per me poi è anche la prima volta da prima.

Entrati in Val di Bove, siamo già con gli occhi puntati sull’ammasso roccioso che abbiamo alla nostra sinistra, qui si erge la  Quinta Piccola, con la “nostra” via, la via aperta da  Moretti, Macinini e Perucci;  120m di salita, suddivisa in 5 tiri  con difficoltà di III – IV grado classificata sulle relazioni AD+  con tratti di  roccia molto rotta che impedisce un’arrampicata tranquilla e obbliga l’alpinista ad essere sempre attento a ciò che tocca e alle rocce da appigliare.

martedì 22 maggio 2012

26-02-12 Monte Porche (2233 m) - Cima Vallelunga ( 2221 m)



Come sempre accade, quando si decide di andare in montagna, anche questa volta abbiamo organizzato la nostra uscita con molta attenzione, calcolando i tempi di percorrenza, valutando le temperature previste e le variazioni meteorologiche in atto e cercando di aver ben chiara tutta la situazione climatica per non trovarci in difficoltà in vetta. Le previsioni meteo per questa domenica non prevedono nulla di buono, anzi, per mezzogiorno ci sarà un brusco peggioramento e un abbassamento netto delle temperature, quindi è necessario partire presto, muoversi velocemente e tornare indietro prima che il maltempo ci raggiunga.
Consultandoci tra noi, decidiamo di anticipare la partenza a sabato notte così da poter essere intorno alle 5 del mattino già in movimento. Dalla stazione sciistica del Monte Prata  saliremo per la sterrata che porta alla Fonte della Iumenta e seguiremo fedelmente il crinale,  per giungere alla Cima del Monte Porche (2233 m) per l’alba. Da qui, con la luce dei primi raggi di sole, continueremo poi in direzione Nord-Est sul filo di cresta fino alla Cima di Vallelunga (2221 m) e alla Sibilla (2173 m), una magnifica cavalcata tutta sopra i 2000 m di altitudine.
Questo è il nostro obiettivo.
Anche questa volta, ci aspettiamo di vivere un’esperienza stupenda, perché la partenza all’alba, se pur impegnativa e pesante per le poche ore di sonno, assicura uno spettacolo assoluto. L’alba in vetta è magnifica, tutto intorno si trasforma, appena sfiorato dai primi timidi raggi di sole, e sembra  vestirsi di tinte nuove e di mille sfumature, la neve si colora di rosa e anche di azzurro, e il cielo si infuoca. Il freddo della notte sembra dissolversi, anche se in realtà la temperatura non sale, ma in quei momenti l’esplosione di luce riscalda il corpo tanto quanto gli animi.
Questa volta ci siamo armati anche di pesanti cappottini per riparare i nostri cani dal freddo e dal vento, ma  Nilak, abituato alle basse temperature, sembra quasi soffrire nel suo cappotto, tanto che Matteo fatica di più a metterglielo che a toglierglielo. Dopo due foto Nilak infatti è già di nuovo libero dal suo ingombro, mentre invece Honey, credo abbia apprezzato moltissimo il nuovo indumento. Di buon ora, come previsto siamo a Cima di  Vallelunga, ma Matteo continua a guardare in cielo dubbioso, in prima battuta  non riesco a comprendere la sua preoccupazione, il cielo è di un limpido assoluto e la giornata sembra resterà stupenda ancora per molto, ma conosco la sua capacità di valutazione ed in questo mi fido completamente di lui, quindi quando ad un certo punto, senza motivi apparenti, Matteo decide di tornare indietro, o meglio chiede il mio parere su questa sua inaspettata decisione, io non ho nulla da obiettare.
Tutte le previsioni meteo da lui consultate il giorno prima in fase di organizzazione, prevedono un peggioramento per le primissime ore del pomeriggio quindi secondo lui è arrivato il momento di rientrare, anche se ancora non siamo giunti alla meta prefissata, la Sibilla. Sinceramente, se fosse stato mio il compito di far questo tipo di valutazione avrei portato i nostri cani e noi stessi in mezzo ad una bella bufera, infatti già al momento del nostro dietro front il cielo è iniziato a velarsi riempiendosi di piccole e particolari nubi striate che andavano dal basso verso l’alto, segno di un vento da nord che non presagisce nulla di buono.
Quindi torniamo sui nostri passi abbandonando l’impresa, la Sibilla attenderà, e noi torneremo, con il solito entusiasmo, la prossima volta ad ammirarla e salutarla  più da vicino,  per oggi è meglio fermarsi e tornare indietro. Scendiamo nella valle e risaliamo per il colle Nord del Monte Porche non tanto per modificare il nostro itinerario ma soprattutto perché il vento inizia ad essere fastidioso ed è abbastanza pericoloso camminare in cresta. Nel giro di pochissimo la bella giornata, impossibile da rovinare, si trasforma in un inferno, freddo e ventoso. Si passa da un caldo che ci aveva costretto a spogliarci e metterci in  maniche corte ad un freddo pungente e da una visibilità e limpidezza stupenda ad una nebbia fitta che non ci permette di trovare la via del ritorno.
In momenti come questi, quando velocemente si modificano le condizioni intorno a te e la situazione precipita, il cervello potrebbe non reagire con la rapidità o la lucidità che invece occorrono per evitare di far stupidi errori che, in montagna possono pregiudicare la sicurezza. Consapevoli di questo, per evitare di sbagliar strada ci costringiamo a fermarci in mezzo a quella bufera e ci sforziamo di ragionare tranquillamente, cercando di estraniarci da tutto ciò che accade attorno a noi, freddo compreso. Anche i nostri cani soffrono il freddo, soprattutto Honey, che credo in questi momenti si penta di non aver trovato un padrone più tranquillo e posato di me, fortuna che oggi almeno è parzialmente protetta dal suo cappottino.  Dalla parte in cui tira il vento il suo pelo si gela e il freddo e la nebbia toglie anche a loro la vitalità e la voglia di correre e giocare. Ora ci camminano accanto, forse un pò preoccupati e sicuramente frastornati per quel repentino cambio di situazione e per le raffiche di vento, di freddo e gelo.
Camminando tra le nebbie e lottando contro il vento, ho ammirato la precisione e la cura nell’organizzare le uscite di Matteo che non si è fatto illudere da ciò che il suo sguardo vedeva, ma ha continuato ad aver ben chiaro in mente che il pericolo in montagna è reale ed è spesso causato da fattori semplici come può essere un mutamento così  rapido di temperature, in più, in vetta ti senti più esposto ai pericoli,  più isolato e perso, lontano da rifugi sicuri e il vento ha il potere di agitare le menti e rendere precario anche il più banale e abitudinario movimento.
In breve, per quanto si possa reputare breve un tragitto di ore, discendiamo di quota e iniziamo a valutare che oramai la situazione è rientrata nella normalità e ci reputiamo al sicuro, anche se continuiamo a camminare in mezzo ad una bufera di pioggia mista a neve con il freddo che ci entra fin sotto i vestiti spinto dal vento.
Appena arrivati alle macchine già iniziamo ad assaporare lo splendore di certe giornate, in cui, si sale con il buio, si assiste all’esplosione del giorno ed anche al mutamento fulmineo della natura che da docile e stupenda diventa improvvisamente terrificante e spaventosa. La cosa più splendida è che esperienze così intense ti restano dentro per giorni facendoti godere del loro fascino, e nella quotidianità delle giornate ti ritrovi a rivivere certi momenti, vieni invaso da magnifici ricordi, quasi fossero amici lontani che ti giungono in visita per sollevare il tuo animo ancora una volta.
Chissà se anche i nostri cani vivono queste esperienze con il nostro stesso trasporto e ricordano questi momenti con la nostra stessa intensità.   
   

Matteo Pallotto – il suo cane Nilak
Beatrice Tasso – il suo cane Honey

mercoledì 18 aprile 2012

BEN TORNATO NILAK

09-04-2012 Da Macchie a Cima Cannafusto – Versante Nord

Il tempo per Pasqua non è dei migliori, dobbiamo aspettare il lunedì di Pasquetta per riuscire ad organizzare un’escursione in montagna. La mia Honey a casa con il tempaccio esce giusto per far i bisogni e non credo si diverta molto a star sempre sul divano a sonnecchiare. Credo sia molto più felice a vagare per i monti in compagnia dei nostri amici a 2 e 4 zampe.
Però l’attesa è stata ripagata, nelle ultime 24-48 ore sui Sibillini è caduta un po’ di neve ed il paesaggio che troviamo all’arrivo a Macchie, il nostro punto di partenza, è simile ad una cartolina di Natale, un manto di candida neve inviolata ci aspetta e ci invita a salire ed esplorare quel mondo stupendo che sono i Sibillini ancora una volta trasformato dalla presenza della neve in un luogo magico e quasi irreale.  
Ci aspetta un’escursione impegnativa, da Macchie dobbiamo risalire fino a Passo Cattivo e da lì scendere in Vallestretta per attaccare la ripida parete Nord della Cima Cannafusto.
Cima Cannafusto è l’ombellico dei Sibillini e ovunque ci si giri si vedono cime innevate. 
Essere immersi in un mondo innevato quando già le temperature primaverili si sono fatte sentire ci giunge come un regalo inaspettato ma stupendo, Matteo ad ogni passo ripete che una Pasquetta così bella è una sorpresa meravigliosa. E’ sempre un’emozione particolare calpestare la neve immacolata e saper che si è i primi a violare quel suolo dopo una nevicata, è un miscuglio di sensazioni che ti esplodono in cuore, sembra quasi di star a calpestare un suolo sacro, e ci si appresta a salire con un rispetto per quel luogo che è dato dalla meraviglia dei posti insieme con la consapevolezza che occorrerà sudare e faticare per raggiungere la vetta e ammirare tutto il panorama nel suo splendore. Sarà l’inaspettato color candido che avvolge ogni cosa o il dolce calore del sole che ci accompagna per tutta l’escursione, ma oggi più che altre volte ci soffermiamo come bambini o turisti a fotografarci a vicenda ed a riprendere quei luoghi che ci affascinano.

lunedì 16 aprile 2012

26-01-2012 Canale Monte Bicco - variante a destra

 Nilak, con la sua mole più che giocare attenta ogni volta alla sicurezza di Honey, ma oramai tra loro c’è un accordo speciale e  Honey è pronta a sopportare le “prepotenze ludiche” caratteristiche di un cucciolo, forse è un cane paziente o forse è di indole più giocherellona di quanto si possa pensare e sottostà a questo particolare legame……..giocare, darsi fastidio, comandare e supremeggiare l’uno sull’altra……….ma la magia è che restano comunque vicini nei momenti che contano…..sembra un legame perfetto e forse è l’esempio di come la natura ci guida e ci consiglia.
Per domenica 29 gennaio abbiamo pensato di inoltrarci in un ambiente un po’ più tecnico e salire il Monte Bicco percorrendo il canale Maurizi - variante a destra e la cresta Nord-Est (tratto finale in comune con la via Maurizi -Perucci).
Le previsioni sembrano garantirci una buona finestra operativa fino alla sera, con cielo coperto ma senza pericolo di precipitazioni, lo zero termico sarà intorno ai 1000 m, si parte sempre presto per permetterci di trovare la poca neve che quest’inverno è caduta,  in buone condizioni, cioè ben ghiacciata e ramponabile.

venerdì 13 aprile 2012

giovedì 29 marzo 2012

22-01-2012 Valle Romana - Bove - Forca della Cervara - Val di Panico



 Se parli con alpinisti, più o meno esperti che siano, il loro linguaggio risulterà simile……tra alpinisti si parla tutti la stessa lingua e spesso si sente dire che la montagna è complice delle amicizie più vere, che per conoscere nel profondo una persona devi andarci in montagna e scalare con lei le vette più belle, che l’andare in montagna insieme è l’espressione più alta di solidarietà che si possa creare in un gruppo.
Anche se può suonare un po’ forte questo è assolutamente vero per le persone e lo è stato anche per Nilak e Honey.
Alla prima uscita su un dislivello notevole Nilak il cucciolo alle prime armi in fatto di neve, ha chiesto, a modo suo, aiuto a Honey, già abituata a passeggiare su superfici ghiacciate ed inclinate, e lei, forse senza tanto rendersene conto, è stata determinante, ha fatto da punto di riferimento e da esempio.
Con Matteo abbiamo deciso di scalare il Canale Nord del Monte Bove, detto anche Canale dei Pastori o Valle di S. Romana, cioè il ripido canale che delimita a sinistra la parete Est del Monte Bove Nord che ha un dislivello di 700 m . Nilak appena la salita è diventata consistente ha trovato le prime difficoltà, per la prima volta metteva la zampe in un lastrone di giacchio ripido e scivoloso e inizialmente non capiva perché i cuscinetti delle sue zampe non avessero più aderenza al suolo. 

lunedì 26 marzo 2012

07-01-2012 BICCO Cresta Nord-Ovest


La piccola meticcia Honey, non è sempre contenta di essere coinvolta nelle mie iniziative, di percorrere salite impegnative e adattarsi a temperature così rigide come si possono trovare durante l’inverno in escursioni che raggiungono i 2000 m di altitudine.


La mattina di ogni domenica la trovo nascosta sotto i letti o che mi guarda con un che di interrogativo nello sguardo, forse mi chiede: “dove mi porti oggi??? Quanto mi farai camminare?? Quanto freddo farà??”

venerdì 23 marzo 2012

Mi presento....

Mi presento, o meglio Li presento.
Sono due, diventati oramai “strani” amici.
Come spesso accade anche tra le persone, la vita e la casualità li ha fatti incontrare e ciò che mai si poteva immaginare è accaduto. Un meticcio femmina, poco più grande di una volpe è stata abituata ad andar per monti dalla sua padrona, cioè io, fin dai primi mesi della sua esistenza. Tolta dal canile a 2 mesi forse credeva di vivere la sua vita passando dal parco giochi sotto casa al divano, invece da cane di appartamento coccolata e viziata si è dovuta trasformare, nei fine settimana, in cane da avventura.
Il suo nome è Honey perché è dello stesso colore del miele ed ha due occhini grandi e dolci.
Io sono Beatrice Tasso e amo trascorrere ogni giornata libera in giro per i “miei” amati monti: I Sibillini, ed Honey tutti i fine settimana mi segue nelle mie avventure più o meno spericolate.
Ma il fascino di questo racconto è che dopo 3 anni di arrampicata solitaria Honey ha conosciuto un compagno assolutamente diverso da lei ma con le sue stesse abitudini.
Infatti il suo padrone, Matteo Pallotto, è un amante anche lui delle montagne, delle stesse nostre montagne, e lo ha abituato alle stesse escursioni.

mercoledì 11 gennaio 2012

Alba del 2012

Walking on the sunriseAlba del 2012Scalo le vette perchè mi rende feliceLupi della SibillaL'alba ha una sua misteriosa grandezza che si compone d'un residuo di sogno e d'un principio di pensiero.Glory of the mountains
Non cercate nel Monte un'impalcatura per arrampicare, cercate la sua animaVerso Castel Manardo

Alba del 2012, un set su Flickr.

Da diverso tempo pensavo di trascorrere un "capodanno" diverso , al di fuori delle solite liturgie, delle persone accatastate con un bicchiere in mano e gli occhi ad un orologio appeso ... da diverso tempo immaginavo e sognavo di assistere all'alba di un un nuovo anno in cima ai miei amati Monti. Non appena ho trovato qualcuno altrettanto "pazzo" da seguirmi non ci ho pensato 2 volte , SI VA ....quest'anno mentre tutti saranno occupati a sparare fuochi d'artificio e a brindare noi saremo già in cammino!
E così è stato.