Trekking Sibillini

Il 9 agosto siamo saliti per il l'imponente versante Est del Vettore,e durante i successivi cinque giorni,la durata della nostra avventura ,è come se fossi vissuto su un altro pianeta,come se fossi penetrato in un'altra dimensione sconosciuta,come se fossi entrato in uno stato in cui l'impossibile non esiste e tutto può riuscire.

Con compagni di escursione meravigliosi ho percorso quasi l'intera Catena dei Sibillini, dalle asperità e crudezza del versante marchigiano con le sue gole e forre , ai dolci pendii del versante umbro dove le montagne pian piano declinano nella dolce e rilessante immensità dei Piani. Ho visto l'alba riflettersi sulle fredde rocce di palazzo Borghese e il tramonto infiammare di rosso il dolomitico massiccio del Bove, una coperta di stelle illuminare le fredde notti e magici boschi dove è bello perdersi.

Per 5 giorni la bellezza della natura mi ha riempito l'anima e gli occhi ma accanto c'è  stata anche la fatica. La consapevolezza dei propri  limiti è andata di pari passo con l'ebrezza della sfida.


A 3 mesi da questa avventura ciò che mi rimane è proprio questo, il ricordo di un viaggio interiore prima ancora dei luoghi ammirati.

Ho imparato ad apprezzare ogni cima  che, anche se non elevata, è il piccolo successo di oggi. Piccolo, ma pur sempre successo, e quando lo si capisce anche una piccola cima diventa una vetta.

Non solo ho affaticato le mie gambe e i miei muscoli ma ho esercitato l'anima. E' indubbio che la Montagna forgia il carattere, in lei pazienza e consapevolezza trovano una naturale palestra.

Molte volte nei tratti più difficili e impervi, mentre percorrevo la ripida cresta sud del Bove ,sull'infinita salita alla Priora , attrraverso valli in cui una fonte  è solo un miraggio, il dubbio è stata la colonna sonora: c'è la tentazione di rinunciare accanto al desiderio di fare tutto e subito. Si vorrebbe mollare e raggiungere subito la meta! Come nella vita non sempre c'è una direttissima ,ma c'è sempre una via normale!

La cima la si guadagna con il sudore, con la fatica, ma è solo quella sublime stanchezza che disseta la mente,che dona la vista vera. Non dimenticherò mai l'autentica  felicità provata a starsene seduti dopo 20 km di cammino, seduti a terra senza far niente , consumando un veloce pasto, ma con la gioia nel cuore e circondato da amici veri e sinceri!

Riporto a casa l'umiltà: per un attimo di gioia può occorrere una vita, per mezz'ora di vetta  ore e ore di salita.


Matteo Pallotto


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