Come sempre accade, quando si decide di andare in montagna,
anche questa volta abbiamo organizzato la nostra uscita con molta attenzione,
calcolando i tempi di percorrenza, valutando le temperature previste e le
variazioni meteorologiche in atto e cercando di aver ben chiara tutta la
situazione climatica per non trovarci in difficoltà in vetta. Le previsioni
meteo per questa domenica non prevedono nulla di buono, anzi, per mezzogiorno
ci sarà un brusco peggioramento e un abbassamento netto delle temperature,
quindi è necessario partire presto, muoversi velocemente e tornare indietro
prima che il maltempo ci raggiunga.
Consultandoci tra noi, decidiamo di anticipare la partenza a
sabato notte così da poter essere intorno alle 5 del mattino già in movimento.
Dalla stazione sciistica del Monte Prata
saliremo per la sterrata che porta alla Fonte della Iumenta e seguiremo
fedelmente il crinale, per giungere
alla Cima del Monte Porche (2233 m) per l’alba. Da qui, con la luce dei primi
raggi di sole, continueremo poi in direzione Nord-Est sul filo di cresta fino
alla Cima di Vallelunga (2221 m) e alla Sibilla (2173 m), una magnifica
cavalcata tutta sopra i 2000 m di altitudine.
Questo è il nostro obiettivo.
Anche questa volta, ci aspettiamo di vivere un’esperienza
stupenda, perché la partenza all’alba, se pur impegnativa e pesante per le
poche ore di sonno, assicura uno spettacolo assoluto. L’alba in vetta è
magnifica, tutto intorno si trasforma, appena sfiorato dai primi timidi raggi
di sole, e sembra vestirsi di tinte
nuove e di mille sfumature, la neve si colora di rosa e anche di azzurro, e il
cielo si infuoca. Il freddo della notte sembra dissolversi, anche se in realtà
la temperatura non sale, ma in quei momenti l’esplosione di luce riscalda il
corpo tanto quanto gli animi.
Questa volta ci siamo armati anche di pesanti cappottini per
riparare i nostri cani dal freddo e dal vento, ma Nilak, abituato alle basse temperature, sembra quasi soffrire nel
suo cappotto, tanto che Matteo fatica di più a metterglielo che a
toglierglielo. Dopo due foto Nilak infatti è già di nuovo libero dal suo
ingombro, mentre invece Honey, credo abbia apprezzato moltissimo il nuovo
indumento. Di buon ora, come previsto siamo a Cima di Vallelunga, ma Matteo continua a guardare in cielo dubbioso, in
prima battuta non riesco a comprendere
la sua preoccupazione, il cielo è di un limpido assoluto e la giornata sembra
resterà stupenda ancora per molto, ma conosco la sua capacità di valutazione ed
in questo mi fido completamente di lui, quindi quando ad un certo punto, senza
motivi apparenti, Matteo decide di tornare indietro, o meglio chiede il mio
parere su questa sua inaspettata decisione, io non ho nulla da obiettare.
Tutte le previsioni meteo da lui consultate il giorno prima in fase di organizzazione, prevedono un peggioramento per le primissime ore del pomeriggio quindi secondo lui è arrivato il momento di rientrare, anche se ancora non siamo giunti alla meta prefissata, la Sibilla. Sinceramente, se fosse stato mio il compito di far questo tipo di valutazione avrei portato i nostri cani e noi stessi in mezzo ad una bella bufera, infatti già al momento del nostro dietro front il cielo è iniziato a velarsi riempiendosi di piccole e particolari nubi striate che andavano dal basso verso l’alto, segno di un vento da nord che non presagisce nulla di buono.
Tutte le previsioni meteo da lui consultate il giorno prima in fase di organizzazione, prevedono un peggioramento per le primissime ore del pomeriggio quindi secondo lui è arrivato il momento di rientrare, anche se ancora non siamo giunti alla meta prefissata, la Sibilla. Sinceramente, se fosse stato mio il compito di far questo tipo di valutazione avrei portato i nostri cani e noi stessi in mezzo ad una bella bufera, infatti già al momento del nostro dietro front il cielo è iniziato a velarsi riempiendosi di piccole e particolari nubi striate che andavano dal basso verso l’alto, segno di un vento da nord che non presagisce nulla di buono.
Quindi torniamo sui nostri passi abbandonando l’impresa, la
Sibilla attenderà, e noi torneremo, con il solito entusiasmo, la prossima volta
ad ammirarla e salutarla più da
vicino, per oggi è meglio fermarsi e
tornare indietro. Scendiamo nella valle e risaliamo per il colle Nord del Monte
Porche non tanto per modificare il nostro itinerario ma soprattutto perché il
vento inizia ad essere fastidioso ed è abbastanza pericoloso camminare in cresta.
Nel giro di pochissimo la bella giornata, impossibile da rovinare, si trasforma
in un inferno, freddo e ventoso. Si passa da un caldo che ci aveva costretto a
spogliarci e metterci in maniche corte
ad un freddo pungente e da una visibilità e limpidezza stupenda ad una nebbia
fitta che non ci permette di trovare la via del ritorno.
In momenti come questi, quando velocemente si modificano le condizioni intorno a te e la situazione precipita, il cervello potrebbe non reagire con la rapidità o la lucidità che invece occorrono per evitare di far stupidi errori che, in montagna possono pregiudicare la sicurezza. Consapevoli di questo, per evitare di sbagliar strada ci costringiamo a fermarci in mezzo a quella bufera e ci sforziamo di ragionare tranquillamente, cercando di estraniarci da tutto ciò che accade attorno a noi, freddo compreso. Anche i nostri cani soffrono il freddo, soprattutto Honey, che credo in questi momenti si penta di non aver trovato un padrone più tranquillo e posato di me, fortuna che oggi almeno è parzialmente protetta dal suo cappottino. Dalla parte in cui tira il vento il suo pelo si gela e il freddo e la nebbia toglie anche a loro la vitalità e la voglia di correre e giocare. Ora ci camminano accanto, forse un pò preoccupati e sicuramente frastornati per quel repentino cambio di situazione e per le raffiche di vento, di freddo e gelo.
In momenti come questi, quando velocemente si modificano le condizioni intorno a te e la situazione precipita, il cervello potrebbe non reagire con la rapidità o la lucidità che invece occorrono per evitare di far stupidi errori che, in montagna possono pregiudicare la sicurezza. Consapevoli di questo, per evitare di sbagliar strada ci costringiamo a fermarci in mezzo a quella bufera e ci sforziamo di ragionare tranquillamente, cercando di estraniarci da tutto ciò che accade attorno a noi, freddo compreso. Anche i nostri cani soffrono il freddo, soprattutto Honey, che credo in questi momenti si penta di non aver trovato un padrone più tranquillo e posato di me, fortuna che oggi almeno è parzialmente protetta dal suo cappottino. Dalla parte in cui tira il vento il suo pelo si gela e il freddo e la nebbia toglie anche a loro la vitalità e la voglia di correre e giocare. Ora ci camminano accanto, forse un pò preoccupati e sicuramente frastornati per quel repentino cambio di situazione e per le raffiche di vento, di freddo e gelo.
Camminando tra le nebbie e lottando contro il vento, ho
ammirato la precisione e la cura nell’organizzare le uscite di Matteo che non
si è fatto illudere da ciò che il suo sguardo vedeva, ma ha continuato ad aver
ben chiaro in mente che il pericolo in montagna è reale ed è spesso causato da
fattori semplici come può essere un mutamento così rapido di temperature, in più, in vetta ti senti più esposto ai pericoli, più isolato e perso, lontano da rifugi
sicuri e il vento ha il potere di agitare le menti e rendere precario anche il
più banale e abitudinario movimento.
In breve, per quanto si possa reputare breve un tragitto di
ore, discendiamo di quota e iniziamo a valutare che oramai la situazione è
rientrata nella normalità e ci reputiamo al sicuro, anche se continuiamo a
camminare in mezzo ad una bufera di pioggia mista a neve con il freddo che ci
entra fin sotto i vestiti spinto dal vento.
Appena arrivati alle macchine già iniziamo ad assaporare lo
splendore di certe giornate, in cui, si sale con il buio, si assiste
all’esplosione del giorno ed anche al mutamento fulmineo della natura che da
docile e stupenda diventa improvvisamente terrificante e spaventosa. La cosa
più splendida è che esperienze così intense ti restano dentro per giorni
facendoti godere del loro fascino, e nella quotidianità delle giornate ti
ritrovi a rivivere certi momenti, vieni invaso da magnifici ricordi, quasi
fossero amici lontani che ti giungono in visita per sollevare il tuo animo
ancora una volta.
Chissà se anche i nostri cani vivono queste esperienze con
il nostro stesso trasporto e ricordano questi momenti con la nostra stessa
intensità.